mercoledì 21 marzo 2012

METALLICA - Beyond Magnetic


BEYOND MAGNETIC (EP)

Etichetta:  Warner Bros
Data di uscita: 30 Gennaio 2012
Genere: Thrash Metal

Introduzione:

Non c’è band al mondo di cui qualcuno non abbia mai sentito una nota nella propria vita come i Metallica. Questo si sa; sappiamo tutto, ogni singola sfumatura dell’arcinota band di Los Angeles. Per chi non naviga nel metal, i Metallica sono un po’ l’icona di una musica fatta di rabbia e ribellione sonora; ma chi sta invece in questo mondo, sa bene che il metal ormai ha dei rappresentanti ben diversi. I Four Horsemen non sono sul mercato discografico ormai dal 2008 (non consideriamo il bistrattato “Lulu”), anno in cui uscì il controverso “Death Magnetic”, un album che, da una parte, scontentò nuovamente i detrattori, dando loro modo di sfogarsi sulla scarna batteria di Ulrich, sulla prestazione solistica deludente di Hammet, sul mai troppo accettato stile di Trujillo e su una produzione sin troppo scadente per un colosso come i Metallica. Se da una parte queste reazioni erano decisamente prevedibili, dall’altra c’è da dire che “Death Magnetic” ha riproposto dei Metallica più freschi e più aggressivi di quanto ci si potesse attendere, riportando in auge (con i dovuti distinguo) quel vecchio thrash di cui furono i portabandiera negli ’80. Insomma, da tempo non si sentivano i Metallica impazzare sui loro strumenti con un po’ di vigore e decisione (per il bene di tutti, tralasciamo quel disgustoso inciampo a nome “St. Anger”). Per non lasciare troppi vuoti di mercato, in mezzo a tante strane e folli strategie di marketing di cui si sono resi protagonisti (leggi: braccialetti, film ecc…), la band decide di mettere a disposizione anche su supporto CD, quattro brani inizialmente rilasciati solo per il mercato digitale. Ebbene, si tratta di quattro inediti provenienti dalle sessioni di scarto del recente “Death Magnetic”; quattro brani presentati per la prima volta dal vivo in occasione dei trent’anni di attività della band, in quattro sere diverse (uno per ogni sera) e solo successivamente resi noti al grande pubblico nelle loro vesti da studio. Si tratta, com’è ovvio, di un prodotto destinato ai soli fan più sfegatati: le canzoni, come prevedibile, hanno una qualità di composizione che rientra nella media di “Death Magnetic”, presentando alcuni picchi piuttosto trascurabili assieme ad altri vari spunti addirittura più interessanti del precedente full-lenght. Insomma, è bene considerare questo EP non come un’anticipazione di quello che potrà essere il nuovo prossimo album dei Metallica (da tal punto di vista, ci si può aspettare di tutto), ma come una continuazione di quanto già creato nel 2008. “Beyond Magnetic” è questo, semplicemente un regalo ai fan, un qualcosa “in più” obiettivamente trascurabile. 


Track by Track:

“Hate Train” fin dai convincenti riff iniziali, ci fa subito capire che la musica proposta in questo nuovo EP va, inevitabilmente, a continuare quel discorso intrapreso con “Death Magnetic”. Il riff principale potrebbe essere visto come il riff velocizzato della famosa “Fuel”, tanta è la somiglianza con il pezzo in questione. Ci troviamo di fronte ad un brano comunque sufficientemente fresco, per quanto possibile, ed accattivante soprattutto nei break melodici, perfettamente inseriti nel contesto di un brano ruvido e dinamico. L’assolo centrale di Kirk non farà gridare al miracolo, ma restituisce un chitarrista degno di tal appellativo (comparate gli assoli disastrosi di “Death Magnetic” per capire ciò che intendo). Il brano si muove su delle coordinate decisamente orientate verso il thrash metal, con una buona prestazione di James al microfono. Nonostante la sua lunghezza, “Hate Train” rappresenta un gradito e stuzzicante regalo per tutti gli ascoltatori. Non si può certo dire lo stesso di “Just A Bullet Away”, brano che esprime genuinamente il concetto di “filler” e giustifica in pieno il fatto di essere stata esclusa da una tracklist di un full-lenght. Insomma, senza essere troppo categorico, alcuni riff sono carini e possiedono il giusto groove, ma come spesso accade ultimamente in casa Metallica, sono infilati in mezzo ad una struttura poco studiata e forzatamente estesa. Ne è un palese esempio l’intermezzo acustico, insipido e senza alcun filo logico con il resto del brano (in altre parole, sembra “buttato lì”). Il ritornello, infine, è piuttosto sgradevole, privo di melodia e per nulla accattivante. Insomma, per un brano che sembra essere solo un’accozzaglia di riff senza molta tessitura, 7 minuti risultano davvero pesanti da digerire. Il ritmo marziale di “Hell And Back” sembra quasi uscito dalle sessions di un “Reload” leggermente più ispirato e riporta in auge un minimo di fervore in più, grazie ad un classico riff “alla Metallica”, intervallato da una strofa più cupa e pulita. A metà minutaggio, il brano acquista una maggiore aggressività, in una sequenza musicale che azzecca qualche buon riff, alternato alle solite idee stagnanti. Purtroppo Kirk si fa notare nel peggiore dei modi, a causa di uno dei suoi solos tremendamente freddi ed imprecisi, rasentando quanto fatto in “Death Magnetic”. La saggia ripresa della prima parte della song porta a concludere questo terzo brano; una canzone decente e solo sufficiente ma che non offre nulla di veramente esaltante o stuzzicante. Dopo due brani che non lasciano il segno, “Rebel Of Babylon” torna a farci sentire dei Metallica in ottima forma; premettendo che il brano non è nulla di trascendentale in sé, è comunque in grado di regalarci otto minuti di buona musica, coadiuvando riffoni thrash metal con una notevole carica di adrenalina ed un ritornello corrosivo. L’assolo di Kirk si muove sempre lungo i binari del proprio affermato stile, questa volta senza perdersi in inutili sviolinate di note a caso suonate alla velocità della luce, ma puntando invece su partiture più sobrie e, quindi, più riuscite. Nonostante l’elevato minutaggio, le varie parti si sposano e si susseguono con una certa logica, pertanto il brano assume un senso compiuto e scorre liscio come l’olio. In conclusione di questa buona song, viene spontaneo domandarsi come mai “Rebel Of Babylon” o “Hate Train” non siano finite su “Death Magnetic”, magari al posto, per esempio, di un brano anonimo come “Suicide & Redemption”.


Considerazioni Conclusive:

In conclusione, rimane in mano un dischetto flebile e, francamente, è difficile riuscire a giustificare l’acquisto di questo EP. Ribadisco, personalmente, che la prima e la quarta traccia sono delle buone canzoni che non disdegnano di mostrare timidamente qualche idea davvero interessante, ma altrettanto non si può dire delle restanti due tracce, troppo lunghe, scontate e decisamente sbiadite. Non aiutano di certo gli aspetti tecnici della band, visto e considerato che Kirk Hammet e Lars Ulrich rappresentano un buon 50% di tutto ciò che non funziona nella musica del combo: il primo ha ormai fatto il suo tempo e sono lontani i solos di “Ride The Lightning” o  “…And Justice For All”, sfociando spesso in partiture sbrigative o sempliciotte e prive di gusto, mentre il secondo si è ormai assestato su uno stile impersonale ed estremamente elementare (non che sia mai stato un gigante della batteria, ma, almeno, negli anni ’80 suonava con un tocco più spinto ed adrenalinico), privando di spessore i bei riff della band. Convincente è invece il settore ritmico di Kirk e James Hetfield, dove quest’ultimo appoggia le sue linee vocali; la prestazione di James, nonostante l’età che avanza ed i numerosi problemi avuti nell’ultimo decennio, sprigiona ancora vigore, permettendo di animare da sempre i brani della band. Anonima, come sempre la prestazione di Robert Trujillo, un ottimo bassista però mai entrato pienamente nel cuore dei fans, né tantomeno nell’economia musicale del gruppo. Il suo strumento, anche in questo caso, rimane in sordina limitandosi ad aggiungere frequenze basse. Forse non c’era nemmeno bisogno di aggiungere tutto questo, perché sono tutte cose di cui ogni metallaro è a conoscenza. Aggiungiamo una copertina tanto semplice quanto tragicomica ed il quadretto è completo: se non siete fan sfegatati della band o bimbiminkia ancora convinti del fatto che i Metallica siano l’emblema del thrash o del metal in generale, evitate di fare vostro questo trascurabile “Beyond Magnetic”. Datemi retta, andate su youtube e riascoltatevi due o tre volte “Hate Train” e “Rebel Of Babylon”: questo può bastare.


Tracklist:

01. Hate Train
02. Just A Bullet Away
03. Hell And Back
04. Rebel Of Babylon


Voto: 6,5/10

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