sabato 31 dicembre 2011

IRON SAVIOR - The Landing

Garanzia a vita per il power tedesco…

Nome Album: The Landing
Etichetta: AFM Records
Data di uscita: 18 Novembre 2011
Genere: Power Metal

Introduzione:

E’ tempo per un nuovo disco anche per uno dei guru della scena power tedesca, tale Piet Sielck, mente e fondatore (assieme a certi Kai Hansen e Thomas Stauch) degli Iron Savior, band di puro power, 100% teutonico, con sette album alle spalle in 15 anni di esperienza; anni vissuti spesso sotto l’ombra dei ben più famosi Gamma Ray, dei quali condividono il genere musicale potente e graffiante, ovvero quell’heavy-power metal tedesco d’influenza ottantiana che viene sfoderato nota dopo nota anche in questo nuovo The Landing. Dopo molti album assestati sempre su una qualità decisamente positiva, ma nella media del genere, come Condition Red (2003) o Unification (1998), il master mind Piet torna sul mercato con un album dove le coordinate classiche rimangono inalterate, ma in cui allo stesso tempo si può godere di una buona capacità, da parte del leader stesso, nell’azzeccare un songwriting rapido ed immediato, ricco di soluzioni melodiche, di riffing accattivante, vocals ruvide e corpose, senza il rischio di tediare l’ascoltatore. Pertanto, gli Iron Savior se ne escono con un buonissimo disco che rinnova le indubbie capacità della band, rappresentando un prodotto valido nel caotico calderone (business) del power metal europeo. Già guardando la bella copertina, l’accostamento immediato che viene in mente è quello del capolavoro Somewhere Out in Space dei “cugini” Gamma Ray, datato 1997, ed in effetti anche all’ascolto si ravvisa qualcosa di quel disco (comprese le tematiche a sfondo fantascientifico, da sempre una fissa sia per Iron Savior sia per Gamma Ray), oltre a contaminazioni dal sound dei conterranei Blind Guardian; quindi, a conti fatti, siamo di fronte ad un album che integra tutte le personalità musicali dei fondatori stessi della band (per chi non lo sapesse Kai e Thomas sono rispettivamente il cantante/chitarrista dei Gamma Ray ed l’ex-batterista dei Blind Guardian), pertanto gli amanti del power teutonico non potranno non apprezzare questo disco, così come hanno apprezzato gli altri capitoli della discografia di Savior, Gamma, Helloween, Blind e compagnia bella. Mettete il disco nello stereo della vostra auto, accendete il dispositivo, alzate il volume: godetevi l’adrenalina sprigionata dagli Iron Savior. 


Track By Track:

Anche se gli Iron Savior non sono soliti ad introduzioni nei loro album, questa volta tocca proprio ad un’intro il ruolo di apertura dell’album. La breve “Descending” ci introduce quindi in The Landing, tra suoni ed atmosfere dal sapore fantascientifico e solenne. Nella sua semplicità, riesce a rivelarsi un discreto incipit che ci trasporta immediatamente al roccioso heavy metal della vera e propria opener “The Savior”, da cui è stato tratto anche un (trascurabile) videoclip. I riff hanno un sapore decisamente metallico e dal tiro garantito, godendo di ritmiche heavy piuttosto stra-abusate ma sempre piacevoli, aiutate dalla roca voce di Piet, migliorata e personalizzata molto nel corso degli anni. Il buon ritornello (perfetto per i live) e le melodie equilibrate ci consegnano un brano piacevole, ma forse troppo inquadrato negli standard del genere. Il resto dell’album gode di una qualità compositiva decisamente più interessante, come già ci dimostra l’highlight del disco: “Starlight” inizia infatti a far capire la pasta degli Iron Savior e l’adrenalina comincia a rodare nel modo giusto. La batteria infuria su ritmiche power velocissime, supportate da chitarre graffianti e melodie vincenti, per poi sfociare in un ritornello tra i più belli di questo 2011: epico, corale, veloce, potente come pochi. Su tutto, primeggia l’ottima performance vocale del singer Piet, donandoci, assieme ai bei solos di chitarra, un piacevole e sempre ben gradito retrogusto dei primi Blind Guardian. Nonostante la struttura non faccia gridare al miracolo per l’originalità, sono proprio i brani come questo, i brani che trasmettono potenza positiva, a tenere alta la bandiera del power teutonico; quindi, godetevi questa martellata melodica ad alto volume e godetene. Spettacolo. Le ritmiche tornano a farsi più heavy-oriented, supportate da una velocità sempre sostenuta, nella anthemica “March Of Doom”, un ottimo brano tipicamente heavy-power europeo, i cui punti di forza sono lo stupendo refrain, energico e potente, le azzeccate scelte melodiche ed ancora una volta la graffiante voce di Piet. Ben fatti i solos di chitarra, mai troppo complessi tecnicamente ma sempre corredati da un ottimo gusto melodico con tanto di abbondanti armonizzazioni. Gli amanti di queste sonorità non potranno non apprezzare questo brano davvero riuscito. Dopo questa superba doppietta, anche per i Savior è il momento dell’inno alla nostra musica preferita: se i Gamma Ray hanno composto le discrete “Heavy Metal Universe” e “To The Metal!”, se gli Helloween epoca Kai (ma guarda un po’) hanno scritto uno dei simboli dell’heavy-power, tale “Heavy Metal Is The Law” (e l’elenco potrebbe protrarsi all’infinito), Piet e soci ci sbattono in faccia un titolo che, al pari dei menzionati, non potrebbe essere più rappresentativo: “Heavy Metal Never Dies”. Spesso, al giorno d’oggi, in questo tipo di “inni” metallici c’è sempre il forte rischio di cadere giocoforza in una serie di soluzioni musicali per le quali l’aggettivo “banale” è spesso un eufemismo. Non fa troppa eccezione la song in questione, che ci presenta dei riff granitici con un incedere marziale dettato da basso e batteria. La strofa e il bridge risultano ben confezionati e sufficientemente accattivanti, ma è nel refrain smaccatamente ruffiano e ottantiano che la carica iniziale si perde nei meandri. Insomma, per farla breve, è una canzone che come tante si fa semplicemente ascoltare con piacere, ma di certo non rimarrà particolarmente impressa nella storia. Per fortuna, sulle note di un basso e sull’incalzare di una veloce batteria, torna il power marcato Iron Savior con “Moment In Time”, una speed song dai tratti che richiamano in più di un frangente i fasti dei Blind Guardian meno complessi e più diretti di Imaginations From The Other Side (evidentemente l’esperienza di Piet nei Savage Circus deve aver esercitato un peso non indifferente nel suo modo di intendere il power). Il bel ritornello diventa il punto di forza di una canzone semplice e melodica, come vuole la più classica delle tradizioni, corredata da buoni e gustosi interventi solistici e qualche lieve inserto elettronico di tastiera. Ritmiche marziali di un puro heavy metal si fanno notare nella maestosa “Hall Of The Heroes”: un mid-tempo semplice ma efficace, dotato di un gran bel refrain da cantare con corna al cielo. Le linee vocali ed i cori, così come gli inserti elettronici di tastiera, funzionano alla perfezione, donando un tocco di personalità maggiore ad un brano validissimo, ma che strutturalmente si assesta comunque negli standard del genere. Dopo quest’ottimo esempio di heavy metal teutonico, è il momento della scanzonata e stradaiola velocità di “R. U. Ready”, un brano decisamente orientato verso l’hard rock nelle varie strofe e nel bellissimo refrain. La musica si accompagna perfettamente ad un testo acceso ed inneggiante al mondo del rock (viene ripetuta varie volte la frase “are you ready ro rock?”, oltre a citazioni di titoli di canzoni simbolo del rock). Una canzone che difficilmente può lasciare indifferenti, per via di classiche sonorità che tutti noi metallari abbiamo amato ed amiamo tutt’ora e con cui siamo cresciuti negli anni ’80-’90. Si continua a pestare sull’acceleratore, come si intuisce già dal titolo, con “Faster Than All”, introdotta da un veloce riff heavy metal. Su un gran lavoro di batteria, si stagliano riff aggressivi ed intense melodie di chitarra che conducono ad un ritornello carico di pathos ed adrenalina, come ormai i Savior ci hanno abituato durante l’ascolto di The Landing. Perfetto il guitar solo, che convalida un altro ottimo brano uscito dalla penna di Piet. Poteva forse mancare il lento in un album power? Certamente no, ed i Savior non si risparmiano nemmeno in questo campo, regalandoci un’ottima power-ballad di innegabile intensità nelle scelte melodiche, nonostante una struttura semplice e lineare. “Before The Pain” colpisce nel segno ed ottempera a quanto si è preposta, ovvero saper emozionare e dare la giusta carica positiva (del resto, power metal significa proprio questo). Gli Iron Savior non disdegnano qualche lieve richiamo alle atmosfere dei compagni Gamma Ray, soprattutto negli arpeggi e nella melodia, conducendoci ad un ritornello carico di pathos e sentimento musicale, esaltato dalla buona espressività vocale di Sielck. Stupendo, nella sua semplicità, è l’incedere finale, con profusione di cori e tanta rabbia malinconica nelle aspre e potenti vocals del singer. Dopo questa piccola perla melodica, l’imprevedibile finale è affidato all’hard rock stradaiolo di “No Guts, No Glory”: quest’ultimo brano ci presenta dei riff accattivanti e rockeggianti, dove l’adrenalina scorre a mille, alternati ad un bellissimo ritornello da cantare a squarciagola, zuccheroso e positivo come mai prima d’ora all’interno dell’album, ricordandoci l’happy metal dei Freedom Call (tedeschi pure loro). Un brano perfetto per esaltarsi e per ritrovare la giusta carica in un momento di difficoltà. A questo serve la musica, a questo serve il power metal…e gli Iron Savior  riescono perfettamente in questo intento. Chiudono l’edizione limitata due bonus tracks, ovvero i vecchi brani “Coming Home” e “Atlantis Falling” ri-registrati e re-interpretati dai Savior del 2011: il risultato è decisamente ottimo e gradevole, in quanto le nuove edizioni risultano essere ancora meglio rispetto alle originali. Due chicche che sigillano un disco consigliatissimo, d’obbligo per gli amanti del power.
    

Considerazioni Tecniche e Conclusive:

Chi vuole il power puro ed essenziale non può non dare un ascolto all’ultimo lavoro degli Iron Savior. Le strutture dei brani non spiccano per originalità o per complessità musicale esagerata, ma il lavoro svolto da Piet e compagni si concretizza in un metal onesto, avvincente e carico di potenza adrenalinica, grazie a ritmiche veloci e possenti, riff granitici e montagne di melodia. Inoltre i brani sono ben bilanciati all’interno della tracklist e sufficientemente eterogenei da non annoiare l’ascoltatore, tra brani tipicamente power in doppia cassa, altri più tendenti all’hard rock, ballad, inni heavy metal e quant’altro. Credo che da un lavoro di questo genere non si possa pretendere molto di più. Su tutto, è da segnalare l’ottimo lavoro alle vocals da parte del leader Piet Sielck, dotato di una voce ruvida ed energica e di una buona estensione vocale; tutto ciò gli permette di essere espressivo ai massimi livelli, alla stregua del suo collega conterraneo Hansi Kursch (Blind Guardian) e di Jens Carlsson (Savage Circus, Persuader). Anche il suo riffing di chitarra, assieme all’operato del collega Joachim Küstner, risulta convincente, così come i suoi solos, dotati di gusto melodico e di un’impronta “rock”, emotiva, senza eccedere in troppi tecnicismi, francamente non indispensabili nella musica della band. Infine, l’operato ritmico si fa notare per un’ottima precisione ed un suono robusto e possente, soprattutto da parte della batteria di Thomas Nack, un batterista perfetto per i Savior, attivo e dinamico, dal gusto tutt’altro che banale, pur nella sua semplicità. Thomas è ben supportato dal basso di Jan-Sören Eckert, bassista lineare nell’esecuzione, ma essenziale per il groove sprigionato dai brani del disco. Tutto questo, assieme ad una produzione ruvida ed estremamente potente e ad una bellissima immagine di copertina (come sempre, di stampo fantascientifico), caratterizza The Landing, un album ricco di pathos e di potenza, probabilmente migliore di tutte le precedenti uscite targate Iron Savior. Complimenti dovuti a Piet e soci: anche grazie a loro, il power metal europeo continua ancora a vivere e a resistere, dinnanzi agli stereotipi più pomposi e pacchiani del genere.


Tracklist:

01. Descending
02. The Savior
03. Starlight
04. March Of Doom
05. Heavy Metal Never Dies
06. Moment In Time
07. Hall Of The Heroes
08. R.U. Ready
09. Faster Than All
10. Before The Pain
11. No Guts, No Glory


Voto: 8/10

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