venerdì 9 settembre 2011

EDGUY - Age Of The Joker


Buffoni, si…ma con gusto e carattere!

Nome Album: Age Of The Joker
Etichetta: Nuclear Blast
Data di uscita: 29 Agosto 2011
Genere: Power Metal/Hard Rock
 
Introduzione:

Quattordici anni sono passati da Kingdom Of Madness, il primo album ufficiale della band di Fulda. Da allora, lo stacanovista ed infaticabile Tobias Sammet ha dato voce ed anima a ben 14 capitoli discografici, (tralasciando live, EP, raccolte, ecc…) tra Edguy ed Avantasia. Il percorso artistico intrapreso dalla band madre li ha portati, dopo una solida base di power metal tedesco e ruspante, di stampo happy-helloweeniano, ad approdare ad un gradevole hard rock dalle tinte power. Infatti, da Rocket Ride (2006) in poi, gli stilemi si sono fermamente adeguati a granitici mid-tempo dal suono moderno e pomposo, sempre accompagnati dalla riconoscibile voce del leader tedesco. Tornano dopo tre anni dall’amato/criticato Tinnitus Sanctus, decisamente l’album più controverso e più distante dalle linee del passato di questa band, ma contenente canzoni ad ogni modo validissime. Il nuovo parto concepito dal buon Tobi e compagni ha nome di Age Of The Joker. Ad un primo impatto, guardando titolo e la dirompente copertina, sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un deciso ritorno al passato, tanti sono i richiami a quello spartiacque che fu Mandrake (2001) lavoro intenso ed importantissimo per la band per l’agognato successo mondiale. Tuttavia, le attese vengono smentite, ascoltando questo nuovo lavoro. Delusione? Assolutamente no! Infatti Tobi & Co. riescono a regalare ai fans un ottimo prodotto, dove è, ancora una volta, il rock pesante a prevalere, dotato però di numerosissimi elementi di novità, che rendono il lavoro eterogeneo e godibile dalla prima all’ultima nota, con qualche leggero intoppo. Qui dentro c’è un po’ di tutto: epic, power, folk, rock, ballad, heavy metal, country, glam anni ’80… Insomma, siamo di fronte ad una piccola opera dal sapore intenso e ricca di sorprese. Tutto ciò a testimonianza del fatto che il buon Sammet gode ancora di ottima salute a livello vocale e di un’invidiabile vitalità nel songwriting, nonostante la presenza di qualche canzone non proprio azzeccata negli album più recenti di Edguy ed Avantasia. La passione è ciò che conta, e gli Edguy sono in grado di dimostrarla fino in fondo, soprattutto in sede live. Una band sana e ben ancorata, capace di divertirsi come un tempo, solo con la forza della propria musica, riuscendo al contempo a stuzzicare gli ascoltatori con brani sempre accattivanti e scintillanti: questo non è da tutti, in un sovraffollato mercato musicale come quello odierno, fatto di molti, se non troppi, burattini. Mettetevi comodi, il Joker è tornato.


Track By Track:

Il primo brano di Age Of The Joker, nonché primo singolo con annesso buffo videoclip, porta l’eloquente titolo di “Robin Hood”, un brano lungo ed epico, alla maniera degli Edguy: hammond e una ritmica serrata aprono le porte a riff incisivi e melodici, contornando un ritornello di gran classe, dalle melodie zuccherose ed ariose. Un intermezzo alla Iron Maiden, con tanto di organo e narrazioni, completa gli ingredienti di una song di facile presa e, in fin dei conti, dopo numerosi ascolti, stuzzicante, ma non eccelsa. I 5 burloni iniziano a fare sul serio solo con la seconda traccia, “Nobody’s Hero”: un riff incazzato apre i cancelli ad un veloce brano di stampo heavy metal, pur restando ancorato a fresche melodie nel bridge e nell’ottimo refrain. Su tutto, si snoda una graffiante performance dietro al microfono di Tobias, che dimostra di non aver perso smalto e potenza. Non abbiamo dubbi che tale song, grazie alla sua diretta semplicità, mieterà le sue numerose vittime durante gli show di supporto all’album. Uno dei momenti più riusciti (e anche più particolari) dell’album prende il nome di “Rock Of Cashel”, un mid-tempo divertentissimo, dai toni rock-folkeggianti, dotato di cori e melodie splendidi ed ariosi come pochi. Ancora uno spettacolare Tobias, accompagna un buon lavoro di chitarre ed un arrangiamento davvero ben fatto. Le cose si fanno ancora più interessanti nell’intermezzo dal sapore celtico, con un esaltante crescendo su binari felicemente folk. Impossibile resisterle, ascoltare per credere. “Pandora’s Box” rappresenta un altro riuscitissimo esperimento, grazie all’inserimento, in strofe ed intermezzo, di suoni di chitarre country-rock. La mente sobbalza a certi film western d’annata, con cui si sposa perfettamente il carisma di Tobi. Un’alternanza di riff hard rock e refrain aperti e sinfonici costituiscono questo ottimo mid-tempo, dove i pomposi cori sottolineano semplici, ma efficaci, melodie. Nonostante un assolo di chitarra non troppo esaltante e confusionario, abbiamo tra le mani un brano riuscito, degno dei grandi nomi dell’hard rock mondiale. Gli Edguy azzeccano un colpo dopo l’altro, e la seguente “Breathe” non è da meno, regalandoci un tocco di maggiore velocità. Il brano porta alla mente la vecchia “Out Of Vogue” (su Rocke Ride), forse per i suoni di sintetizzatore dal gusto ottantiano o per una simile impostazione/struttura. Questo buon brano di power metal, in pieno stile Edguy, non apporta nulla di nuovo al sound del gruppo, rappresentando,  tuttavia, un episodio gradevole ed accattivante, grazie alle sempre fresche melodie, soprattutto in bridge e ritornello. Leggero calo di stile, invece, con la successiva “Two Out Of Seven”: un ennesimo mid-tempo introdotto da un suono plasticato di tastiera, costituente una melodia degna di un videogioco anni ’90. Il brano, dotato di un testo spigoloso, è strutturato in maniera tipica, senza scomodarsi minimamente in arrangiamenti più ricercati, approdando ad un ritornello piuttosto scarno. Non è una song brutta o da evitare in tutto e per tutto, ma, in un contesto come Age Of The Joker, lascia un po’ spiazzati, questo si. Altra piccola sorpresa con “Faces In The Darkness” che, dopo un’introduzione acustica, ci travolge con un lento e pesante riff di chitarra alla Zakk Wylde. Strofa accattivante, riff da headbanging sfrenato, ritornello meno vispo, ma azzeccato nel contesto, costituiscono le fondamenta di questo brano. Buono, ma nulla di più, senza risaltare troppo in una tracklist ancora ricca di spunti. Ecco rispuntare il power d’annata con “The Arcane Guild”, up-tempo (finalmente!) accompagnato da un hammond, perfetto nelle gioiose atmosfere di uno stupendo ritornello. E’ proprio quest’ultimo a fare grande “The Arcane Guild”: un refrain su doppia cassa veloce, melodico e gioioso, con cori a dismisura, riporta inevitabilmente alla mente alcuni vecchi brani di stampo simile, rintracciabili in molte opere di Edguy ed Avantasia. Bellissimo anche l’assolo di chitarra centrale, a completamento di un altro highlight riuscitissimo. Introduzione acustica e melanconica, con un Tobias, come sempre, al massimo dell’espressività: è il momento di “Fire On The Downline”, uno dei brani più vincenti di Age Of The Joker e dell’intera discografia della band tedesca. Le tastiere richiamano tantissimo il suono di band hard rock anni ’80 (Tigers Of Pan Tang, Diamond Legs, Bon Jovi, Europe, Alice Cooper, ecc…) e l’intero brano ne ricava questa esaltante atmosfera. Come dichiarato dallo stesso Tobi: “spesso per fare un buon brano, invece di guardare avanti, basta dare un’occhiata indietro nel tempo”. Come dargli torto: il mid-tempo in questione ha davvero un gran tiro, grazie ad un ritornello azzeccatissimo, ruspante ed esaltante come non si sentiva da tempo. Come se non bastasse, gli Edguy ci spiazzano con un ulteriore ottimo brano, ambizioso e ben amalgamato, come “Behind The Gates To Midnight World”: trattasi di una lunga song dove, all’interno, possiamo apprezzare riff di stampo quasi thrash, melodie oscure ed oniriche, un vincente ritornello lento e melodico, quasi malinconico ed una splendida parte intermedia più dinamica e veloce, il tutto compattato in 9 minuti di durata di un brano sperimentale, progressivo e assolutamente di classe. Da dove Tobias tiri fuori tutte queste validissime idee, nessuno lo sa. Manca qualcosa…ma certo, la classica ballad! Gli Edguy, questa volta, la piazzano alla fine della tracklist ed “Every Night Without You” chiude in maniera non troppo originale ma,  sicuramente, piacevole quest’ottimo Age Of The Joker. La song in questione (una rock ballad semplice ed efficace), di stampo “bonjoviano”, riporta alla mente soprattutto la vecchia “Save Me” (Rocket Ride) per certi suoni acustici e per l’atmosfera in grado di emanare, avendo dalla sua parte melodie pop molto gradevoli, suggellate da un ritornello pomposo ed in crescendo. Il minutaggio si esaurisce nel cd player: a noi resta un sorriso di soddisfazione, proprio come il joker in copertina, perché notiamo, con immenso piacere, che gli Edguy trasmettono ancora emozioni positive, grazie alla forza del loro carattere e della loro passione. Semplicemente grandi.


Considerazioni Tecniche e Conclusive:

Il grande punto di forza della band, inutile girarci troppo attorno, ruota attorno alla figura di Tobias Sammet, un compositore dotato spesso di ottime idee (in mezzo a qualche lieve scivolone), capace di dare il meglio di sè soprattutto in brani lunghi e strutturati (“Behind The Gates To Midnight World”, “The Pharao”, “The Wicked Symphony”, “Sacrifice”, “The Seven Angels” ecc…), o nelle romantiche e calde ballad (“Anywhere”, “Scarlet Rose”, “Thorn Without A Rose”, “Save Me”, “Land Of The Miracle” ecc…). La band si basa su pezzi spesso diretti ed intriganti, fatti di passione e tanto divertimento, perfetti per essere riproposti on stage, con l’adrenalina a mille. Scordiamoci,  quindi, tecnicismi fini a se stessi o arrangiamenti sopraffini. Come ogni buona rock band che si rispetti, anche i tedeschini di Fulda fanno fuoriuscire dai loro valvolari pezzi semplici, ma intensi e con carattere. Non è da meno questo AOTJ, dove però spiccano dei diversi e numerosi spunti maggiormente ricercati negli arrangiamenti, che rendono più interessante il complesso della tracklist. Ancora una volta, Tobias si dimostra un leader carismatico e vocalmente preparato. La sua voce guida il carrozzone con incisività e quel pizzico di aggressività positiva che rende il tutto più accattivante. La coppia d’asce Jens Ludwig (solista) e Dirk Sauer (ritmica) sciorinano solos e riff piacevoli e spesso molto intriganti, pur restando concisi al contesto “edguiano”, senze eccedere in complessità esecutiva. Anche la sezione ritmica creata da Felix Bohnke (drummer) e Tobias Exxel getta le solide e corpose fondamenta del sound caratteristico degli Edguy: in altre parole, svolgono il loro sporco lavoro, amalgamandosi nel sound, senza risaltare troppo. L’ottima produzione, ad ogni modo, rende giustizia ad ogni singolo strumento, senza allontanarsi troppo dalle produzioni degli ultimi dischi. In questo nuovo lavoro sembra sia lasciato più spazio a partiture di tastiera e campionamenti vari, donando atmosfere diverse ad ogni brano e rendendo, così, interessante l’ascolto. Dando uno sguardo alla copertina, notiamo come in passato la band sia stata in grado di proporre qualcosa di meglio, da tale punto di vista, ma è innegabile che quel joker sorridente e birbante riesca a strappare almeno un sorriso. L’artwork essenziale e comunicativo, quindi, ci conferma che è sempre la musica ciò che deve contare prima di tutto il resto. Quella musica forse ormai priva di una certa dirompente originalità, ma capace di contenere spesso e volentieri ancora molti emozionanti lampi di un piccolo, ma grande, genio chiamato Tobias Sammet.


Tracklist:

01. Robin Hood
02. Nobody’s Hero
03. Rock Of Cashel
04. Pandora’s Box
05. Breathe
06. Two Out Of Seven
07. Faces In The Darkness
08. The Arcane Guild
09. Fire On The Downline
10. Behind The Gates To Midnight World
11. Every Night Without You



Voto: 8/10

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