sabato 16 giugno 2012

CRADLE OF FILTH - Midnight In The Labyrinth


MIDNIGHT IN THE LABYRINTH

Etichetta: Peaceville
Data di uscita: 21 Aprile 2012
Genere: Symphonic Gothic

Cosa sta combinando Dani Filth? Questa domanda sorge abbastanza spontanea nel momento in cui si ascoltano con attenzione i primi minuti di questo nuovo “Midnight In The Labyrinth”, il tanto atteso ed agognato album orchestrale dei maestri del gothic-black metal Cradle Of Filth. La band non necessita di particolari presentazioni, bene o male tutti la conosciamo, vista la grande importanza che comunque hanno avuto negli anni ’90 per lo sviluppo di un genere come il symphonic black metal. Ad oggi, infatti, la band del minuto singer britannico rimane una delle più saccheggiate per chi vuole suonare questo genere, assieme ai norvegesi Dimmu Borgir. Ma veniamo a questo album: per molto tempo si era parlato di questo progetto, tanto voluto dalla band e da Dani stesso. Eccolo qui, finalmente, presentato da una copertina non eccezionale ma che almeno riporta alla mente le belle atmosfere dark-gotiche di “Dusk…And Her Embrace”, capolavoro assoluto dei vampiri inglesi. Purtroppo, c’è da dire fin da subito che cotanta attesa non è stata ripagata degnamente: MITL è infatti un lungo concentrato sinfonico con alcune narrazioni che va a ripescare e ri-arrangiare soprattutto i brani più vecchi del combo (dai primi tre dischi), tralasciando le produzioni più recenti. In questo non c’è nulla di male, anzi, gli intenti sono buoni. Ma addentrandoci subito nel succo del platter, è proprio la musica stessa che non funziona: l’orchestra suona senza sfoderare tutta la sua potenza, gli arrangiamenti sembrano spesso privi del giusto mordente ed appaiono in molti casi sin troppo semplici per essere degni di un’intera orchestra sinfonica…a volte si ha quasi la sensazione che gli strumenti siano stata campionati con dei buoni VST piuttosto che suonati umanamente, poiché le giuste dinamiche e i chiaro-scuri orchestrali stentano ad uscire e vige una generale piattezza compositiva. A tutto ciò è doveroso aggiunge che le lunghezze dei brani di questo disco sono più o meno le medesime dei brani originali: giusto, direte voi, ma il problema è che il suono unico dell’orchestra e dei cori, a lungo andare, tende a stancare l’orecchio lungo i 78 minuti prolissi del primo disco (si, i dischi sono ben due, ma tralasciamo per un attimo il secondo); complice di ciò, senza dubbio, è la sterilità degli arrangiamenti e la frequente incapacità di renderli avvincenti e degni di una colonna sonora. Non tutto è da buttare, sia chiaro: le riproposizioni maligne ed oscure di “A Gothic Romance (Red Roses For The Devil’s Whore)” e “The Twisted Nails Of Faith”, per esempio, sono delle degne versioni orchestrali dei rispettivi brani omonimi, piccoli gioiellini sinfonici in grado di catturare l’attenzione in maniera adeguata. D’altro canto però, le sterili versioni di “Funeral In Carpathia” o “The Forest Whispers My Name”, dove tutta la carica nefasta e demoniaca delle versioni metalliche viene sgonfiata, lasciano seriamente l’amaro in bocca. Discorso a parte infine per l’inutile “Goetia (Invoking The Unclean)”, 13 minuti d’atmosfera oscura con narrazioni demoniache, mantra, suoni vari, sibili e quant’altro, il tutto su un tappeto ambient decisamente monotono. Insomma, un brano che francamente lascia seriamente perplessi. Ho accennato ad un secondo disco in “Midnight In The Labyrinth”, ma non aspettatevi nulla di appetitoso; se nel primo disco le versioni orchestrali sono accompagnate da alcune parti narrate da Dani (nel suo inconfondibile stile) e da Sarah Jezebel Deva (vecchia conoscenza in casa Cradle), nel secondo cd abbiamo gli stessi brani, ma senza narrazioni e in un ordine di tracklist differente: ora, spiegatemi il senso di questa operazione. Se non altro, chi non sopporta la voce del singer, potrà cercare almeno di guastarsi solo gli strumenti, ma, al di là di questo, l’inserimento del secondo disco risulta esser nient’altro che un trascurabile riempitivo. Per concludere, “Midnight In The Labyrinth” da una parte risulta essere un passo decisamente falso (o meglio, un’occasione che poteva essere sfruttata in modo migliore) nella carriera di una band che, onestamente, si era ripresa alla grande dopo il deludente “Thornography” (2006): ciò è avvenuto con due buonissimi album, con cui i Cradle hanno riacquistato credibilità compositiva e la giusta veemenza (“Godspeed On The Devil’s Thunder” del 2008 e “Darkly, Darkly Venus Aversa” del 2010, qui recensito a questo link: http://recensionimetalfil.blogspot.it/2010/11/cradle-of-filth-darkly-darkly-venus.html). Da un altro punto di vista, questa nuova uscita può essere intesa come un regalo ai fan più affezionati, i quali, presumo, avranno comunque qualcosa da ridire in merito a come sono state fatte le cose. A mio avviso, estremamente più interessante sarebbe stato ri-registrare qualche classico con l’ausilio non solo degli strumenti sinfonici, ma anche di chitarre distorte e batteria triggerata: versioni metal con orchestra avrebbero reso il discorso sicuramente più interessante. A conti fatti, è un album di cui non consiglio l’acquisto, a meno che non siate dei vampiri collezionisti di ogni uscita della band.Confidiamo nel prossimo disco di inediti.


Tracklist:

CD 1:

01. A Gothic Romance (Red Roses For The Devil’s Whore)
02. The Forest Whispers My Name
03. The Twisted Nails Of Faith
04. The Rape And Ruin Of Angels (Hosannas in Extremis)
05. Funeral In Carpathia
06. Summer Dying Fast
07. Thirteen Autumns And A Widow
08. Dusk And Her Embrace
09. Cruelty Brought Thee Orchids
10. Goetia (Invoking The Unclean)

CD 2 (versioni strumentali):

01. The Rape And Ruin Of Angels (Hosannas in Extremis)
02. Dusk And Her Embrace
03. Summer Dying Fast
04. The Twisted Nails Of Faith
05. Funeral In Carpathia
06. The Forest Whispers My Name
07. Cruelty Brought Thee Orchids
08. A Gothic Romance (Red Roses For The Devil’s Whore)
09. Thirteen Autumns And A Widow


Voto: 5/10

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