giovedì 7 luglio 2011

Live Report: DREAM THEATER, Castello Scaligero (Villafranca di Verona), 5-07-2011

Live Report – DREAM THEATER
 (+ Gamma Ray + Anathema)
Castello Scaligero, Villafranca di Verona, 5-07-2011


Annunciato ormai dallo scorso anno, ha fatto tappa anche a Verona il “A Night with Dream Theater” Tour, costituito da sole 3 date, due delle quali proprio nel nostro Paese. 4 Luglio a Roma, e 5 Luglio a Villafranca di Verona, nella suggestiva cornice artistico-culturale del Castello Scaligero, che già un anno fa ospitò il metal con il mitico concerto dei Rammstein (contò addirittura circa 14.000 presenze). Quest’anno i padroni delle scene nel castello veronese sono tre band, il cui accostamento, fin da subito, fa storcere il naso a molti e crea parecchie divergenze tra gli ascoltatori. Gli alternative-prog-rockers inglesi Anathema, i sempreverdi re del power europeo Gamma Ray e i maestri e leaders indiscussi del progressive metal, gli americani Dream Theater, recentemente orfani del fondatore/batterista Mike Portnoy e forti di un nuovo album (“A Dramatic Turn Of Events”) in uscita a Settembre per Roadrunner Records. Sui social network impazzano i pareri: c’è chi verrà solo per i Dream Theater, denigrando completamente gruppi meno tecnici ma di maggior impatto scenico come i Gamma Ray, c’è chi verrà solo per vedere i Gamma Ray, d’altro canto tacciando di eccessiva prolissità il Teatro del Sogno, e c’è pure qualcuno che si presenterà in quel di Verona per gustarsi un gruppo particolarissimo, forse spesso sottovalutato, come gli Anathema. Insomma, il bill è particolarmente divergente, stilisticamente parlando, ma altrettanto succoso, andando incontro a differenti gusti musicali. Divergenze o meno, ciò che si è presentato dinnanzi agli occhi degli spettatori del castello, è stato uno spettacolo ottimo e vario sotto molti punti di vista, con l’unica grave pecca di un suono spesso impastato e poco regolato.
La giornata, nonostante il temporale della notte precedente, è molto calda ed afosa, come ogni buon giorno d’estate che si rispetti, ma, fortunatamente, qualche nuvola saltuaria e qualche folata di brezza fresca aiutano a mitigare in parte il sole cocente e a destabilizzare la cappa di calore estivo. Arriviamo intorno alle tre del pomeriggio, ed il flusso di gente sembra essere ancora scarso. Chiaro che nel lasso di tempo tra Gamma Ray e Dream Theater, il Castello fa tempo a riempirsi per bene, contando alla fine circa 7000-8000 persone (secondo varie fonti, ma è un dato da prendere con le molle). Grazie alla capacità di resistenza del mio bel chitarrista e della sua dolce metà (in coda ben dalle 10 del mattino…grazie Secco e grazie Lola), io e i miei compagni di metallo riusciamo fin da subito ad accaparrarci le prime “file” vicino alla transenna. 

Dopo un’ulteriore attesa di circa 45 minuti, tra panini ben imbottiti e molta, molta acqua, per dovere di sopravvivenza, fanno il loro ingresso sul palco del Castello gli opener della serata, i britannici ANATHEMA. Fronteggiati dai 3 fratelli Vincent, Daniel e Jamie Cavanagh, il sestetto di Liverpool propone al pubblico il suo onirico e sognante prog-alternative rock, pescando brani direttamente dai loro ultimi lavori, il più recente “We’re Here Because We’re Here” e “A Natural Disaster”, con una capatina ad “Alternative 4” (con la song “Fragile Dreams”), accantonando le influenze doom-death dei primissimi dischi. La band riesce a sorprendere e a coinvolgere sapientemente il pubblico, che non disdegna di accompagnare gli inglesi con incitamenti ed accompagnamenti di ritmo a suon di battimani. Tra le esibizioni migliori abbiamo quelle di “Summernight Horizon”, “Fragile Dreams” e la spiazzante “Closer” (dall’incedere quasi dance). Alla fine del breve spazio a loro concesso, restano buonissime canzoni, talvolta sbalorditive per intensità e sperimentalismo sonoro, e una performance davvero efficace, adrenalinica ed emozionante. Bravi. Per me e per molti altri una bella sorpresa, questi Anathema.

 Il pubblico non sembra inneggiare particolarmente il gruppo seguente, ma appena partono le note del classico intro “Welcome”, si ricrede, incitando l’ingresso dei power metallers di Amburgo GAMMA RAY, capeggiati dall’inventore indiscusso del power Kai Hansen. Il quartetto tedesco, da me (e dal Paiuz) particolarmente atteso, dà vita ad uno spettacolo di energico e tuonante power metal. Il feeling è perfetto, e la band appare in gran forma, ad eccezione del drummer Daniel Zimmermann: solito a velocizzare in live brani che già su disco sono particolarmente veementi, nelle prime song offerte al pubblico di Verona sembra non essere particolarmente acceso ed appare quasi stanco (ben più di una bacchetta gli scivola dalla mano), ma si tratta di poca cosa, in quanto si riprende alla grande durante il corso dello show, regalando potenza e gran classe. Il raggio gamma propone numerosi cavalli di battaglia, ripresi dalla loro cospicua discografia (spiccano la più recente “Empathy” dal groove assicurato, l’immortale ed epica suite “Rebellion in a Dreamland”, la surreale “Somewhere Out in Space” con intermezzo di pubblico, l’inaspettata “Gamma Ray” e l’immancabile cover degli Helloween “I Want Out”) ed il pubblico, sempre più numeroso, inizia a scaldarsi a dovere per attendere gli headliner, complice anche la simpatia e presenza scenica del combo. Kai trascina il pubblico con i suoi ficcanti e potenti acuti, Henjo delizia con assoli fulminei ed impressionanti in quanto a velocità e tecnica esecutiva, Dirk si conferma bassista valido e indispensabile alla band e Dan propone ritmi di doppia cassa travolgenti e terremotanti. Dopo l’anima più soft degli Anathema, un concerto come quello dei mitici Gamma Ray era proprio ciò che serviva per scaldare i metallari più accaniti. La band  è,  purtroppo, penalizzata da suoni non all’altezza: troppo elevati basso e batteria, tendenti a soffocare le chitarre. Peccato, perché una performance così avrebbe necessitato di un sound più grintoso. Al di là di questo, i Gamma si riconfermano maestri del power europeo, con un infuocato show davvero memorabile. Fenomenali.

Giunge l’ora X: giusto il tempo di effettuare il cambio palco e, dopo un atipico intro, fanno il loro ingresso i padroni della serata, i DREAM THEATER. L’incipit dello show è affidato alla mitica “Under A Glass Moon”, di quel capolavoro, ormai così distante, dal titolo “Images & Words”. Il susseguirsi dello show è rappresentato da una sorta di “best of”, in cui i nostri progster preferiti si cimentano nel pescare un pezzo per ogni album della loro trentennale carriera. Il più atteso per la prova del fuoco, ovviamente, è il nuovo innesto Mike Mangini, più volte inneggiato a gran voce dal pubblico ed autore di uno stupefacente assolo durante lo show. Come ci potevamo aspettare da un professionista come lui, si dimostra un degno sostituto del pur mitico Portnoy. Manca ancora quel piglio di scioltezza e di movenza, tipica del suo predecessore (per chi se lo ricorda, un vero animale da palco capace di catturare la scena), ma ciò è dovuto probabilmente al fatto che il nuovo Mike deve ancora scaricare la tensione con la sua nuova band. Gli diamo atto che la sua responsabilità ed il groppo che ha preso sulle sue spalle è davvero enorme, pertanto sono sicuro che con il tempo e molti show riuscirà ad integrarsi perfettamente anche sotto questo punto di vista. Tecnicamente parlando, il resto della band è, come al solito, ineccepibile: Petrucci, Myung e Rudess monopolizzano le scene a suon di assoli e virtuosismi da capogiro, confermandoci l’incredibile perizia tecnica della band. Menzione particolare per James LaBrie: davvero in forma e tecnicamente perfetto, non sbaglia una nota regalandoci acuti inappuntabili fino alla fine dello show (strabiliante l’acuto nell’encore finale con la mitica “Learning To Live”). Il pubblico è in visibilio fin dalle prime note, e la band di Boston regala al pubblico sublimi perle come la lunga e variegata “Endless Sacrifice”, la gustosa “Fatal Tragedy”, la melodica e più diretta “Forsaken”, passando anche attraverso l’anticipazione del nuovo album in uscita a settembre, quella “On The Backs Of Angels” pubblicata su youtube solo pochi giorni fa ma, a quanto pare, già entrata nel cuore dei fans. A mio avviso, il picco dello show è rappresentato (dopo una falsa partenza con il sample introduttivo, eseguito per errore prima di “Through My Words”) dalla lunghissima suite “The Count Of Tuscany”, dove l’emozione tocca il suo apice negli intensi e melodici minuti finali, regalandoci una perfetta esecuzione di un brano davvero pregevole, nel corso del quale non mancano le occasioni di sentire un’involontaria pelle d’oca sulle braccia. L’encore finale, come già detto, è affidato alla sempreverde “Learning To Live”, eseguita in modo magistrale sotto tutti i punti di vista. A parte qualche sorvolabile piccolo errore qua e là durante l’esecuzione (insomma, anche loro sono umani!), i maggiori difetti riscontrabili sono ancora un suono non perfettamente all’altezza e qualche momento all’interno della setlist in cui l’attenzione scema un po’, a causa di brani le cui partiture sono fin troppo tecniche e, quindi, di meno immediata assimilazione (“The Great Debate” ne è l’esempio più lampante). Pur pescando sapientemente da ogni capitolo discografico alle loro spalle, al termine dell’immenso show viene da chiedersi: dove sono finite intramontabili hit come “Pull Me Under”, “Metropolis”, “The Mirror”, “The Spirit Carries On”? Al di là di questo, i Dream Theater regalano, quindi, a Villafranca un concerto memorabile, anche per l’eccezionalità dell’evento in una città come Verona, poco abituata a concerti interamente dedicati al metal.  
A giornata conclusa, resta la musica e la personalità di tre validissime band (Gamma Ray e Anathema, tra l’altro, si rendono disponibilissimi per foto ed autografi alla fine dello show; davvero lodevole!), che con la loro diversità stilistica hanno donato al (non troppo numeroso) pubblico veronese una giornata semplicemente appagante per tutti i gusti. Perché, al di là delle diversità musicali, si è comunque trattato di un concerto che ha unito circa 8000 persone all’insegna dell’ottima musica e, sinceramente, questa è la cosa che conta di più, con la speranza di riavere anche la prossima estate qualche ottimo metal-gig per intrattenere i metalheads veronesi, nella sublime cornice del Castello Scaligero.



Setlist ANATHEMA:

01. Thin Air
02. Summernight Horizon
03. Everything
04. A Natural Disaster
05. Closer
06. Flying
07. Fragile Dreams


Setlist GAMMA RAY:

01. Gardens of the Sinner
02. New World Order
03. Fight
04. Empathy
05. Gamma Ray
06. Rebellion in Dreamland
07. I Want Out (Helloween cover)
08. To the Metal!
09. Somewhere Out in Space
10. Send Me a Sign


Setlist DREAM THEATER:

01. Under A Glass Moon
02. These Walls
03. Forsaken
04. Endless Sacrifice
05. Drum Solo
06. The Ytse Jam
07. Peruvian Skies
08. The Great Debate
09. On The Backs Of Angels
10. Caught In A Web
11. Through My Words
12. Fatal Tragedy
13. The Count Of Tuscany
14.
Learning To Live

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