SEDITION
Etichetta: Prosthetic Records
Data di uscita: 6 Aprile 2012
Genere: Brutal Death Metal
Introduzione:
Un massacro sonico. Non ci sono
altre parole al di fuori di queste per descrivere il lavoro brutal-death italico
dell’anno, ovvero “Sedition”, la quinta fatica in studio degli
(orgogliosamente) italiani Hour Of Penance. Prendete la violenza brutale della
scuola americana (Nile, Cannibal Corpse, Hate Eternal, Morbid Angel ecc…),
mescolatela all’epicità anticristiana dei Behemoth più recenti (“The Apostasy”
per esempio), dosate con qualche lineamento più personale ed otterrete “Sedition”;
è però doveroso andare con calma e fare qualche passo indietro, tornando al
2003, anno in cui la scena seppe dell’esistenza della band romana. Il primo
sigillo ebbe nome “Disturbance” e, fin da allora, la band si fece notare per le
sue spiccate qualità tecniche ed esecutive, con pochi eguali nella scena brutal
italiana. Così come l’esordio, anche il successivo “Pageantry For Martyrs”
(2005) subì la forte influenza della scena americana, smaccatamente tecnica ed
anti-melodica, tesa esclusivamente ad una dissacrante ed eretica costruzione di
un impenetrabile muro sonoro. Fu con “The Vile Conception” (2008) e con le
ottime live performance che gli HOP iniziarono ad essere considerati una seria
promessa del brutal tricolore; l’album segnò, inoltre, una strada intermedia
tra il passato dei primi due lavori ed il futuro del più sofisticato di “Paradogma”,
un album dove la scuola americana lasciò spazio a delle idee più variegate e
personali, con qualche lieve venatura epica e melodica. Arriviamo così a
“Sedition”: il nuovo lavoro segue le coordinate di “Paradogma”, ne ricalca le
orme fedelmente, dal punto di vista compositivo, risultandone un degno
successore. Siamo chiari: sempre di death tecnico si tratta, ma tra riff
chirurgici, una batteria disumana e precisa al millisecondo, muri sonori volti
ad una sacrilega cacofonia, spietata e senza compromessi, anche nel nuovo album
si innesta qualche lieve ed oscura melodia, quel tanto che basta per
sottolineare certi passaggi o creare la giusta atmosfera, rendendo il tutto più
personale, più coinvolgente e più apprezzabile rispetto alla monotonia
(comunque anche qui presente in qualche occasione) del genere proposto.
“Sedition” si presenta come una mezz’ora secca di scariche violente ed
impulsive; un nuovo centro per la band romana, la quale è ormai un vero
pilastro del metallo tricolore, un piccolo e grande orgoglio italiano. Non è
certo musica per tutti: bisogna amare questo tipo di sonorità alla follia o,
semplicemente, basta avere mente ed orecchie aperte ed attente a tutto.
Personalmente, ho maggior propensione verso generi più melodici, ma ho sempre un
orecchio di riguardo anche verso i modi più pesanti di intendere il metal ed ammetto
che gli HOP riescono sempre ad affascinarmi nel modo giusto, quando la sete di
metallo estremo diventa incalzante. Fatelo vostro.
Track by Track:
L’introduzione dell’album è
affidata ai 50 secondi dell’oscura “Transubstantiatio”, tra suoni apocalittici
e soffusi cori gregoriani di sottofondo, in grado di trasportarci brevemente in
un’atmosfera alla “Angeli e Demoni”. Giusto il tempo di capire l’ambientazione
ed il growl possente di Paolo fa subito tremare le casse dei nostri stereo con
la vera opener “Enlighted Submission”: dopo una prima parte d’introduzione con
melodie di chitarra appena accennate, la song si trasforma subito in un
devastante assalto brutale, dove già capiamo che la batteria di Simone sarà una
protagonista indiscussa e ben in evidenza (forse fin troppo) nel susseguirsi
dell’album. I riff si succedono senza tregua alcuna, dall’inizio alla fine, con
pochi e brevi momenti in cui si ha perlomeno la possibilità di gustare degli
ottimi passaggi di chitarra. Ancora più devastante della precedente è “Decimate
The Ancestry Of The Only God”: fin dall’introduzione, sono chiari gli
intenti di voler creare un muro di suono assolutamente violento ed apocalittico
mandando in frantumi il cervello dell’ascoltatore. Nonostante una batteria
assolutamente brutale, martellante e precisissima, prorompente nel suo suono
ultra-triggerato, si percepiscono gli ottimi riff chitarristici delle asce. I
blast-beats e la doppia cassa non danno alcuna tregua, mostrando anche un’ottima
versatilità nei passaggi più tecnici e strutturalmente ricercati. Ancora una
volta, tra le sfuriate pazzesche, alcune oscure melodie rendono la traccia
variegata e personale, anche se forse 5 minuti di durata sono persino troppi
per canzoni del genere. Un’ulteriore marea di riff travolge l’ascoltatore in “Fall
Of The Servants”, tra fulminei blast-beats ed improvvisi stop’n’go. Gli
ingredienti sono gli stessi e la traccia in questione sembra avere un approccio
ancora più brutale e devoto alla scuola americana negli intenti, rispetto alle
precedenti tracce, e nei riff non sono rari i riferimenti ai consacrati
gore-deathsters Cannibal Corpse (tralasciando le loro discutibili tematiche), o
agli Hate Eternal. “Ascension” ci fa finalmente respirare lungo il suo corso: una
breve introduzione di archi ci introduce a dei riff decisamente più lenti e
meno brutali delle canzoni precedenti, ma che concedono maggior spazio alla
sperimentazione ritmica ed armonica. Le plumbee melodie chitarristiche e le
varie pause richiamano fortemente il sound dei polacchi Behemoth, band assai
influente. In altri termini, siamo dinnanzi ad una traccia più epica (prendete
il termine in un contesto death) che sacrifica un po’ di velocità d’esecuzione
per farci assaporare un arrangiamento più studiato e dei gradevoli e
convincenti riff chitarristici, in mezzo a qualche melodia appositamente
studiata per l’occasione. Sulla scia dei primi brani viene introdotta “The
Cannibal Gods”, ma, tra i consueti furiosi blast-beats, fa spesso
incursione una buia melodia di chitarra tesa a diventare il tema portante del
brano. Siamo dinnanzi ad un altra song apprezzabile per la sua potenza e per
una sua maggiore orecchiabilità, un brano decisamente significativo in una
tracklist estremamente brutale e senza compromessi. “Sedition Through Scorn”
prosegue ininterrotto il fiume di sangue anticlericale partorito dalla band
romana: riff pesanti sottolineati da una batteria sempre martellante ed
impetuosa. Proprio per questo motivo, come ci si poteva aspettare, i padiglioni
auricolari iniziano ad essere particolarmente provati da tanta “grazia” sonora,
ma presa singolarmente, “Sedition Through
Scorn” ripercorre fedelmente la strada della band con degli ottimi riff di
death tecnico e chirurgico, impostati in un climax apocalittico. “Deprave
To Redeem” si imposta sempre sugli stessi binari delle composizioni
precedenti, ma gode di alcuni riff chitarristici più aperti ed heavy, alternati
ad altri più ricercati tecnicamente. La batteria si fa meno disumana, andando a
sottolineare (sempre, comunque, con la solita delicatissima veemenza) tutto
l’intenso lavoro di dissonanti armonizzazioni create dalle asce di Paolo e Giulio.
Una parte narrata finale chiude questo altro ottimo episodio senza compromessi.
Arriviamo al turbolento finale con “Blind Obedience”, una song
aggressiva e povera di melodie; questo ultimo episodio non ha più nulla di
troppo innovativo da aggiungere a quanto già detto con i brani precedenti. Il
brano sussegue i suoi riff senza risaltare nella tracklist e rientrando in un contesto
assolutamente ordinario, chiudendo un album comunque di tutto rispetto.
Considerazioni Conclusive:
Alla fine dell’ascolto di
“Sedition” non possiamo che confermare l’assoluta e brillante abilità della
giovane band romana; al di là dei gusti personali, oggettivamente il lavoro
sorprende per la sua qualità elevata e ricercata fin nei minimi particolari,
già partendo dalla copertina: un’immagine apocalittica e spettacolare,
evocativa e ricca di particolari (così come furono quelle di “The Vile
Conception” e “Paradogma”). Dietro un gran prodotto, esistono ovviamente dei
grandi musicisti ed è così che possiamo assaporare tutte le abilità di Paolo
Pieri (anche singer) e Giulio Moschini alla chitarra, precisi esecutori di veloci
riff tecnici ed elaborati; Simone alla batteria è una vera belva umana e non fa
rimpiangere il precedente ed apprezzato drummer Mario Mercurio: trita e
squarcia tutto ciò che incontra tra colpi assassini di grancassa triggerata,
blast-beats atroci e fulminei passaggi sui fusti, il tutto corredato da una
precisione ed una potenza invidiabili. Il basso di Silvano Leone riempie delle
giuste frequenze il sound della band con necessaria perizia tecnica e
precisione, mentre infine la voce cavernosa ed abissale di Paolo trascina
l’inferno sonoro degli Hour Of Penance per questi 30 minuti di macello, con il
suo growl profondo e feroce. La produzione riesce a valorizzare tutti gli
strumenti, con una potenza d’impatto impressionante, anche se va segnalato che
il volume esagerato della batteria tende, in varie occasioni, a mascherare il
resto degli strumenti; soprattutto nelle partiture più rapide e brutali, i
veloci riff di chitarra vengono letteralmente sommersi da una mitragliata di
beat di grancassa e rullante e ciò rende l’ascolto confusionario in molti punti
dell’album. Un altro aspetto critico della band sono i testi, come sempre
anti-religiosi e più propriamente anti-clericali, che cominciano forse ad
essere piuttosto ripetitivi. Al di là di questi lievi difetti, gli HOP hanno
ormai trovato un loro modo personale e più originale di intendere il brutal
death metal e “Sedition” lo dimostra pienamente; l’album merita infatti un
plauso e, nonostante qualche momento di noia, si lascia ascoltare con piacere
(molto saggia ed apprezzabile, a mio avviso, la scelta di limitare il
minutaggio complessivo a 30 minuti; altrimenti, con un sound così pesante, il
lavoro sarebbe risultato troppo ripetitivo e alla lunga monotono). Teniamoci
strette e supportiamo le meritevoli realtà nostrane come gli Hour Of Penance.
Tracklist:
01. Transubstantiatio
02. Enlighted Submission
03. Decimate The Ancestry Of The Only God
04. Fall Of The Servants
05. Ascension
06. The Cannibal Gods
07. Sedition Through Scorn
08. Deprave To Redeem
09. Blind Obedience
bella recensione! visto che siamo colleghi ti consiglio il mio sito http://churchofdeviance.blogspot.it/
RispondiEliminaTi ringrazio! complimenti anche per il tuo blog ;)
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