martedì 10 gennaio 2012

ULTIME BREVI RECENSIONI DEL 2011


Salve a tutti i Bloggers!
Il 2011 è ormai alle spalle da alcuni giorni. Anche quest’anno appena passato, come per altri, è stato prolifico dal punto di vista delle uscite discografiche metal, avendo visto tra i suoi prodotti i nuovi album di realtà importanti come Nightwish e Dream Theater.
Chiaramente è stato impossibile per me recensire tutti i dischi dell’anno appena trascorso, quindi ho deciso comunque di chiudere questo anno di blog con una mini-recensione di altri tre album che mi sento di segnalare e di cui consiglio l’ascolto.
In occasione di questo post, conclusivo per l’anno 2011, colgo l’occasione per rinnovare (anche se con qualche giorno di ritardo) gli auguri di buon 2012 a tutti i followers e a tutti i lettori occasionali.

Buon 2012 da RECENSIONIMETAL!!!

Fil.

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FLESHGOD APOCALYPSE
Agony

Etichetta: Nuclear Blast
Data di uscita: 22 Agosto 2011
Genere: Symphonic Death Metal
 
Vera sorpresa, per me, sono stati i nostrani Fleshgod Apocalypse: i romani in questione, nella line-up comprendono membri dei deathster Hour Of Penance, fiore all’occhiello per quanto riguarda la scena brutal-death italiana; già questo dovrebbe lasciare intendere qualcosa circa la loro proposta. Infatti i nostri ci espongono una miscela esplosiva ed inquietante di brutal-death, saggiamente arricchito da partiture sinfoniche e pompose, dando vita ad una proposta piuttosto originale, nonostante qualche lieve e sottilissima somiglianza con il black sinfonico dei norvegesi Dimmu Borgir. La componente sinfonica non è tanto al servizio della brutalità, bensì è una parte assolutamente protagonista ed essenziale per il sound offertoci. Il terzo album Agony (dopo l’esordio Oracles del 2009 e l’EP Mafia dell’anno successivo), primo sotto l’ala potente e protettrice della Nuclear Blast, ci presenta 8 pezzi, più un’intro ed un outro, dotati di un suono perfetto e cacofonico all’inverosimile, un’esaltazione orchestrale mischiata ad una brutalità innata senza eguali, confluendo in un lavoro opprimente e disperato nella sua violenza sonora. Sorprendenti per l’elevato tasso tecnico, i Fleshgod Apocalypse non risparmiano assoli di stampo neoclassico, intrusioni di voci pulite (anche se alcune sono decisamente troppo acute), melodia ed arrangiamenti orchestrali a carriolate. Pezzi come la bellissima “The Violation” o “The Hypocrisy” non possono esimersi dal far rimanere attonito l’ascoltatore, tanta è la violenza sprigionata da quelle note; anche quando i ritmi rallentano leggermente (“The Forsaking”), i nostri sanno dove mettere le mani. Da segnalare il mostruoso lavoro alla batteria di Francesco Paoli, il cavernoso growl di Tommaso Riccardi e l’onnipresente sezione orchestrale, arrangiata in maniera esemplare. L’unico grande difetto di Agony (oltre ad una produzione che tende spesso a soffocare la sezione chitarristica) è una ripetizione estenuante di tutti questi stilemi: le canzoni sembrano spesso essere molto simili l’una all’altra e, in fin dei conti, così tanta brutale perizia potrebbe tediare l’ascoltatore, come spesso accade per generi affini. Rimane la sorpresa di una band di assoluto valore, dotata di una veemenza e di un bagaglio tecnico impressionante. Ci si vede il 5 giugno al Metalfest!

Voto: 8/10
 

EVANESCENCE
Evanescence

Etichetta: Wind-Up Records
Data di uscita: 11 Ottobre 2011
Genere: Gothic Rock

Ok, molti contesteranno che gli Evanescence poco c’entrano con la sfera prettamente metal: non posso negarlo. Tuttavia li ritengo sempre parte di un filone che con il metal spartisce una certa teatralità ed un’atmosfera dagli intenti molto oscuri ed emotivi. E’ il caso anche di questo omonimo album, terzo capitolo della discografia della band di Amy Lee, cantante dotata di una seducente timbrica e di un’esecuzione ormai matura, oltre che compositrice provvista di una buona ed  onnipresente vena dark. Dopo cinque anni dall’altalenante The Open Door, la bella Amy se ne torna con un platter di rock gotico, certamente mainstream, ma di tutto rispetto. Sembra che Amy abbia, questa volta, dato maggior spazio al lato alternative della musica degli Evanescence, mettendo da parte in maniera più decisa (ma non radicale) il lato gothic. Con questo non voglio dire che manchi il lato emozionale della band, perché brani come le delicate “Lost In Paradise” o “My Heart Is Broken” la dicono lunga in proposito, tra chitarroni distorti e pianoforte in prima linea, ma è indubbio che questo spirito oscuro ed emotivo sia al servizio di un comparto ritmico sufficientemente ricco e corposo, aiutato, spesso, da leggere partiture sinfoniche; tutto ciò è ravvisabile in brani come l’acceso singolo “What You Want”, la cadenzata “Oceans” o la rocciosa “Never Go Back”. L’omonimo terzo capitolo supera quindi di gran lunga il già menzionato The Open Door, anche se probabilmente non siamo ai livelli raggiunti dall’esordio Fallen, perché l’impatto musicale che ebbe quell’album sulle scene ormai è storia passata; la distanza è però breve, poiché Amy e soci riescono, in dodici brevi brani, a garantirci comunque una buona composizione ed un comparto melodico-emozionale dotato di una classe e di un’eleganza indiscutibili, pur rimanendo, come sempre, lontani da tecnicismi esageratamente ricercati. Cosa importa che sia metal o non sia metal, questa è solo buona musica: un rock-alternative dalle tinte gothic, leggero e commerciale quanto volete, ma pur sempre scritto e suonato con dignità e passione.

Voto: 7,5/10


MORBID ANGEL
Illud Divinum Insanus

Etichetta: Season Of Mist
Data di uscita: 07 Giugno 2011
Genere: Death Metal

Pollice in giù, invece, per uno dei come-back più attesi in campo death metal. Dopo l’acclamato ritorno di David Vincent al microfono dei Morbid Angel, la folla, assetata di mazzate da parte di uno dei gruppi che il death metal l’ha ampiamente sviluppato, ha bramato particolarmente il successore del sufficiente Heretic (2003), ultima testimonianza in studio della band. Tuttavia, le attese non sembrano essere state particolarmente esaudite: se è vero infatti che “Existo Vulgoré” e “Blades For Baal” sono buoni esempi di death metal sincero ed incontaminato, come solo i Morbid riescono a fare e come è lecito attendersi da loro, è anche vero che troviamo alcuni brani assolutamente stralunati e fuori posto, dagli intenti azzardati e sperimentali: elettronica e rock-industrial dominano infatti in brani inconcludenti e al limite del raccapricciante come “Too Extreme!” o la conclusiva ed orrenda “Profundis - Mea Culpa”, per non parlare di “Radikult”, dove i nostri tentano persino di scimmiottare Marylin Manson. Il metal, si sa, sta diventando un lavoro difficile, dato che è sempre più vicino il pericolo di incappare in soluzioni e strade musicali già ampiamente battute in passato; per questo io, personalmente, sono sempre aperto alle sperimentazioni nel metal, purché però abbiano un minimo di logica e siano circoscritte ad un contesto. Qui, invece, le carte vengono giocate molto male, perché i brani “industriali” vanno a minare una tracklist dove già quelli più puramente death non brillano per idee eccelse, salvo alcuni casi, tra cui quelli già citati in precedenza. Per carità, Dave ruggisce come un forsennato dietro al microfono, feroce ed esemplare, e probabilmente il triggerato batterismo di Tim Yeung (Divine Heresy) non poteva essere una scelta migliore per rimpiazzare momentaneamente l’infortunato e storico batterista Pet Sandoval, ma tutto questo non serve più di tanto a salvare un album che si sperava facesse tornare il gruppo alla grande ed in ottima forma. Speriamo sia solo un leggero passo falso. Sufficienza; giusto perché, quando c’è da pestare del buon death metal, i Morbid Angel fanno ancora scuola. Il resto, sinceramente, è da evitare.

Voto: 6/10